Il 25 dicembre ha esordito sulla piattaforma streaming Disney+ il nuovo film di animazione Disney-Pixar “Soul”.

soulIl film racconta le storia di un insegnante di musica delle medie, Joe Gardner, con la grande passione per la musica jazz.

La vicenda prende avvio dall’incidente dello sventurato insegnante che, cadendo in un tombino aperto lungo il suo tragitto, si trova a cercare di riunire anima e corpo separati poco prima della sua grande svolta professionale.

Il nuovo film è un concentrato di spunti esistenziali e di suggestioni psicologiche. Vediamone insieme qualcuna.

(Si consiglia la lettura dopo aver visto il film di animazione)

Il concetto Flow

Nel corso della vicenda sono presenti molti momenti in cui i diversi personaggi si perdono nell’ “estasi” artistica, come durante l’assolo di trombone di Connie o di pianoforte di Joe. È in queste immagini che si racchiude il concetto di Flow.

Il flow affonda le sue radici nei lavori condotti negli anni Settanta da Mihaly Csikszentmihalyi, tra i principali interpreti della Psicologia Positiva.

All’interno dei suoi studi troviamo un’attenzione particolare per la comprensione della natura e della eziologia psicologica delle “esperienze ottimali”, ovvero quei momenti di “estasi” che portano musicisti, sportivi e artisti vari, come in una “bolla”, e che, l’autore ha studiato nelle molteplici manifestazioni quotidiane.

All’interno dei suoi lavori, viene sottolineato come non sia solo la motivazione a rendere l’esperienza ottimale, ma il “dialogo” costante della persona con l’ambiente e le sue caratteristiche.

Gli studi di Csikszentmihalyi

Il punto di partenza di Csikszentmihalyi si trova nella comprensione dell’atto creativo. Collaborando a stretto contatto con molti artisti (Csikszentmihalyi & Getzels, 1971, 1973) aveva notato come indipendentemente dalle opportunità e dalle ricompense ottenute, la dedizione e la passione per il proprio lavoro restava invariata nel tempo, così come il benessere che ne scaturiva. L’autore aveva sottolineato come vi fosse qualcosa di irrinunciabile e affascinante nel processo creativo. “La possibilità di perdersi in una bolla senza tempo e di entrare in pieno contatto con le proprie composizioni, accedendo ad uno stato di piena fluidità della coscienza, in cui mente e corpo lavorano all’unisono e in perfetta armonia” (p.23, Muzio, Riva, Argenton, 2019).

In questo senso il momento di Flow, nel film di animazione, è ben rappresentato dalla “bolla” e raccontata dal personaggio di Spartivento.

È una sensazione olistica, come una improvvisa espansione dei confini di sé, una destrutturazione dell’esperienza temporale e un sentirsi totalizzante rispetto all’attività svolta (Muzio, Riva, Argenton, 2019)

Da bambino mio padre mi portò con lui in un jazz club: l’ultimo dei posti che avevo in mente. Ma c’era un tizio, era come se fluttuasse nel nulla. Si era perso nella musica: ne era rapito. (Joe Gardner – Soul)

L’esperienza richiede alta concentrazione e partecipazione, una temporalità alterata caratterizzata dall’orologio interno che rallenta e quello esterno che accelera, nonché un interesse intrinseco che produce piacevolezza e soddisfazione. A questo, grazie alle ricerche più recenti sull’argomento (Muzio, Riva, Argenton, 2019; Riva e Mantovani, 2019), è necessario aggiungere l’importanza del concetto di presenza ovvero la sensazione di essere fisicamente nello spazio e di compiere l’azione.

Una lettura esistenziale

Da ora in poi cosa farai nella vita? – Ne assaporerò ogni istante! (dal film Soul)

A fare da fil rouge lungo la narrazione è il tema del “senso dell’esistenza”. Forse l’argomento più difficile su cui filosofi e pensatori si sono da sempre arrovellati.

Il protagonista Joe, all’interno di tutta la vicenda, è immerso e perso nel suo obiettivo di riuscire come artista, come professionista musicale. È certo che quello sia il senso del suo vivere, la sua ragione di vita. Tutto ciò che è al di fuori di questo argomento è precluso da Joe: non ci sono altri pretesti di discussione, non ci sono affetti… è solo la sua musica jazz.

In due scene simbolo si può comprendere come l’eccessivo investimento faranno poi crollare le certezze di Joe di star assaporando una esistenza piena.

La prima scena vede come protagonista dal barbiere 22, nel corpo di Joe, prima dello spettacolo. Joe preoccupato gli suggerisce di parlare di jazz, ma 22 divaga e coinvolge ed appassiona il barbiere con argomenti diversi e lontani dal mondo musicale ricevendo apprezzamento e uno scambio positivo con tutti i presenti.

La seconda, e forse più emblematica scena, invece, è al termine della prima esibizione di successo di Joe all’interno della band della leggenda del jazz Dorothea Williams. Nonostante il protagonista abbia appena realizzato il suo sogno di una vita e ricevuto l’ingaggio per i prossimi spettacoli, Joe non si sente appagato. Quello che aveva vissuto con 22 e le esperienze che aveva visto come spettatore del suo corpo lo avevano cambiato.

Ossessione e “anime perdute”

Se è vero che avere un sogno o un grande obiettivo, come quello di Joe, è importante, e che, avere una grande passione può rendere la vita avvincente, e anche vero che il focalizzarsi in modo ossessivo su un unico obiettivo può essere addirittura un ostacolo per il benessere e la felicità.

Questo elemento lo ritroviamo nell’esemplificazione delle “anime perdute” che vagano nel mare nero sotto le “bolle” in preda alla loro ossessione, lontane dal piano fisico e concentrate solo sul loro obiettivo, ignorando tutto ciò che avviene attorno a loro. Le anime perdute sono tristi e disperate, lontane dalla possibilità di toccare con mano la pienezza della vita perchè troppo riverse sulla loro “unica” scintilla.

Joe si rappresentava solo come musicista jazz e insegnate per poter vivere. Ognuno di noi si costituisce però di molteplici possibilità: Joe ad esempio è figlio, amico, poteva essere compagno, padre… opportunità queste ultime che si è precluso.

Oltre a quella che può essere una grande passione e un grande obiettivo che ci sprona a far del nostro meglio, vi è la necessità di coltivare e mantenere sempre viva la propria progettualità, aprendoci a contesti differenti. Solo in questo modo si ha la possibilità di cogliere la pienezza delle opportunità della vita.

Un po’ come nel jazz dove, lungo il flusso musicale e di improvvisazione, il cambiamento è fondamentale, cogliendo stimoli e seguendo le note: così nella vita riuscire a cogliere le opportunità e possibilità, aprendoci anche alle meno favorevoli, guardando oltre ai nostri obiettivi principali, si può far dischiudere nuove opportunità che non avevamo considerato.

Bibliografia