Come è oramai noto, la pandemia che stiamo vivendo da Coronavirus (SARS-CoV-2), scoppiata a Wuhan e diffusa a livello globale, ha posto la necessità di adottare misure preventive e di controllo della diffusione dell’epidemia.
Tra le misure adottate, quella vissuta con un maggior impatto sociale e psicologico è stata certamente quella inerente l’isolamento medico e l’auto-isolamento preventivo. Come già indagato in precedenti studi (si veda l’articolo proposto in precedenza “Quale potrà essere l’impatto psicologico di questa quarantena?”), l’isolamento può essere causa di fattori psicologici negativi, i quali possono avere un impatto importante sulla qualità del sonno.
Il sonno è un bisogno universale e l’alterazione dei suoi ritmi può provocare danni importanti a carico dei ritmi metabolici, ma anche a livello fisico e cognitivo (per un approfondimento sul tema si rimanda all’articolo “Pillole sul sonno”).
Come sottolineato dal professor Luigi Ferini-Strambi, dell’I.R.C.C.S. Ospedale San Raffaele, il sonno può essere disturbato per il timore e la preoccupazione per la nostra salute, ma anche per la paura dell’impatto a livello lavorativo ed economico nel post-epidemia. A livello quotidiano, vi è stato un cambio del nostro bio-ritmo (alterazione degli orari di addormentamento e di risveglio al mattino, riposi pomeridiani), una minor stanchezza fisica (per l’impossibilità di uscire o di fare attività fisica) e siamo meno esposti alla luce naturale che è fondamentale per il nostro ritmo circadiano (ovvero il n ostro orologio interno basato du fattori tra cui la luce dell’ambiente che ci circonda). Siamo poi sempre “connessi” all’altro attraverso l’uso di dispositivi elettronici sia per fini lavorativi o di studio, sia sociali, esponendoci a una iperstimolazione per il nostro cervello che inibisce il rilassamento e la produzione di melatonina.
(si rimanda all’articolo “Pillole sul sonno” per alcuni suggerimenti per un sonno migliore)
Lo studio sulla popolazione cinese
In uno studio recente Xue e colleghi (2020) hanno indagato proprio l’effetto di questa misura preventiva sul riposo e sul sonno tra la popolazione.
Entrando nel merito: nel mese di febbraio 2020 è stato proposto un report online alla popolazione cinese.
Sono stati raccolti 14505 questionari che hanno indagato dati demografici, stato di isolamento (medico: ovvero poste in isolamento perchè sospettate di essere infette o infette; o preventivo: ovvero coloro che si sono auto-isolati) e qualità del sonno.
Tra le persone sottoposte a isolamento medico più del 70% ha sottolineato difficoltà ad addormentarsi e risvegli precoci almeno una volta durante la settimana precedente al questionario. Percentuale significativamente più bassa invece si è registrata per quanto riguarda coloro che si sono posti in auto-isolamento.
La prevalenza di questi disturbi si è registrata in modo significativo durante le prime due settimane di isolamento medico, per poi diminuire successivamente.
I dati rilevati hanno mosso l’ipotesi e portato alla conclusione che le problematiche di insonnia fossero dovute al timore dell’infezione, suggerendo la necessità di affiancare pratiche di sostegno psicologico agli individui in isolamento medico.
Bibliografia
Get Social