C’è un tempo in cui devi lasciare i vestiti,

quelli che hanno già la forma abituale del tuo corpo,

e dimenticare il solito cammino, che sempre ci porta negli stessi luoghi.

È l’ora del passaggio: e se noi non osiamo farlo,

resteremo sempre lontani da noi stessi.”

(F. Pessoa)

I “bisogni” sono la percezione della mancanza totale o parziale di uno o più elementi che costituiscono il benessere della propria persona. La spinta a ricercare questi elementi non è necessariamente una motivazione sufficiente per agire, così come non tutti i tipi di bisogno sono uguali.

Chi si occupa di benessere e lavora nell’ambito della psicologia e psicoterapia non può ignorare le necessità individuali, che sono invece una base di lavoro. Questo al fine di supportare e mirare al raggiungimento del benessere.

Il fine di questo breve articolo è quello di interrogarsi sui bisogni e sviscerare concetti utili nella quotidianità.

Cosa si intende per bisogni

Come abbiamo visto dalla definizione iniziale, i bisogni definiscono qualcosa che manca totalmente o parzialmente. Negli anni numerosi studiosi si sono occupati della loro definizione. La teoria più celebre e criticata è la “Piramide di Maslow” (1954).

Abraham Maslow è stato uno psicologo statunitense che tra il 1943 e il 1954 si occupò di studiare la gerarchia dei bisogni e delle necessità legate al comportamento umano. Per postulare la sua teoria, fece riferimento a due concetti: motivazione e bisogno (troviamo le cui conclusioni nel saggio“Motivation and Personality, 1954).

Con il termine di spinta motivazionale, Maslow intende una spinta dettata dai bisogni che sono alla base del comportamento. La motivazione unisce quelle che sono le nostre necessità e i valori personali. Quest’ultimi sarebbe un sinonimo del concetto di bisogno. Più semplicemente: quando si presenta un bisogno, ovvero quando vi è uno squilibrio tra ciò che desideriamo e la nostra situazione, la motivazione ci spinge ad agire unendo le nostre competenze e i nostri valori.

Quali sono i bisogni?

Per l’autore i bisogni si strutturano in gradi, e secondo la sua “piramide”, non si può passare allo scalino successivo se prima non vengono soddisfatti quelli di grado inferiore (struttura gerarchica dei bisogni). Questa visione è stata duramente criticata perchè alquanto riduttivista e troppo schematica. Risulta tuttavia un buono spunto di rilfessione.

Per semplificare possiamo suddividere i bisogni del soggetto in tre tipologie:

  • primari,
  • sociali
  • legati al sé

I bisogni primari sono quelli fisiologici ad esempio la fame, la sete, la respirazione…
I bisogni sociali si definiscono per le necessità data da sicurezza fisica, familiare e di salute ma, anche di sentirsi parte di uno o più gruppi di riferimento. Rientra nei bisogni sociali anche il bisogno di stima e rispetto reciproco: ovvero la necessità di sentirsi accolto e benvoluto dal gruppo.
Infine i bisogni legati al sé fanno riferimento alla sfera più individuale di autorealizzazione, includendo anche i bisogni spirituali, morali ed identitari.

L’individuo è rappresentato come una somma di tutti questi bisogni e riconoscerli permette di centrare supportare l’individuo.

Come accennato inizialmente, questa suddivisione è stata duramente criticata. Ad oggi, infatti, la lettura dei bisogni deve essere svolta alla luce di una maggiore interconnessione tra le necessità e non in modo così schematico e gerarchico. I processi psicologici e individuali infatti, sono correlati e interconnessi e non possono essere spiegati secondo uno schema. Fondamentale sappiamo essere poi l’apertura al contesto e al concetto di relazione sociale (non considerato da Maslow) e aspetto di grande rilevo per l’individuo.

Ma sappiamo davvero quali sono i nostri bisogni e ci interroghiamo se ci stiamo muovendo per realizzarli?

Per comprendere quali sono i nostri bisogni bisogna mettersi in ascolto e prendere coscienza di sé. L’equilibrio individuale comporta infatti la consapevolezza dei propri bisogni, delle proprie emozioni e sentimenti. Ascoltarsi, inoltre, può essere utile per individuare ciò che manca e che desideriamo e di conseguenza scoprire cosa fare per ottenerlo.
Non è sempre facile il confronto con se stesso: è spesso faticoso e richiede la necessità di evidenziare ciò che non ci rende pienamente soddisfatti nella vita, portandoci ad operare un cambiamento.

Non metterci in ascolto dei nostri bisogni corrisponde alla mancata accettazione di ciò che ci rende infelici e non ci fa stare bene. Mettiamo in azione una strategia di evitamento della realtà, che rende più semplice da una parte la gestione del nostro quotidiano, perchè ci permette di utilizzare sempre gli stessi schemi abituali di comportamento, utilizzandoli in modo automatico, dall’altra però non ci permette di raggiungere gli obiettivi e ci portano a vivere una sensazione di immobilità e insoddisfazione rispetto alle proprie scelte, svolgendo un ruolo di “spettatore passivo” della propria esistenza.

Cosa possiamo fare?

Per potersi sentire adeguati e riconoscere le proprie risorse, per meglio adattarsi ad uno stile di vita che sia davvero consono alla realizzazione dei propri obiettivi, bisogna recuperare la piena consapevolezza, attraverso un processo continuo di ascolto interiore, inteso come la capacità di restare in contatto con il proprio vissuto e con la percezione delle proprie reazioni al mondo esterno. È una modalità attiva di vivere la propria esperienza e che va appresa ed esercitata.

La psicoterapia, in quest’ottica, può essere un mezzo per la crescita e lo sviluppo personale e che consiste nell’adattarsi in maniera creativa all’ambiente, in modo da poter assimilare e prestare attenzione a tutti gli elementi che l’ambiente circostante offre e saperli sfruttare.

Concludendo, i percorsi terapeutici, e l’emergere di quelli che sono i propri bisogni, possono aprire la strada per:

  • Ascoltarsi e trovare l’obiettivo che può portare a un maggiore benessere, così da poter passare da spettatore e agente della propria vita
  • Individuare pensieri o azioni che fino a quel momento hanno ostacolato la realizzazione dei nostri obiettivi e il nostro cambiamento/crescita
  • Realizzarsi e sentirsi appagati con un effetto positivo sul tono dell’umore

 

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