La riabilitazione cognitiva e la stimolazione cognitiva costituiscono due importanti terapie non farmacologiche utilizzate a seguito di condizioni cliniche che possono aver pregiudicato la funzionalità cognitiva (ad esempio traumi cranici, malattie cerebrovascolari, neoplasie, sclerosi multipla e patologie neurodegenerative).
La riabilitazione mira al recupero e alla compensazione di funzioni deficitarie. Si articola in sedute individuali attraverso l’uso di training e protocolli riabilitativi, nonché la strutturazione ad hoc di materiali, sia carta-matita sia computerizzati. Il fine ultimo è il recupero dell’autonomia personale.
La stimolazione cognitiva, invece, mira al mantenimento e al potenziamento delle abilità cognitive ancora preservate e contrastare quindi l’ulteriore declino cognitivo. Può essere svolta individualmente o in piccoli gruppi di lavoro. Il fine ultimo è il mantenimento dell’autonomia personale e il contrasto del declino cognitivo.
In entrambi i tipi di terapia ruolo fondamentale riveste il piano emotivo: questi interventi infatti mirano nondimeno a svolgere un ruolo motivazionale e di confronto, di contrasto dell’isolamento sociale e della deflessione del tono dell’umore.
A chi si rivolge?
Si rivolge alle persone colpite da danno neurologico acuto, danno neurodegenerativo (Alzheimer, demenza vascolare…), patologie psichiatriche, ma anche a tutti coloro che vogliono tenersi in allenamento o che hanno notano qualche piccola difficoltà cognitiva.
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