I temi della perdita, del lutto e della morte sono tristemente presenti nella nostra quotidianità, in ragione della del tempo storico che stiamo vivendo e delle notizie che ci circondano.

Molti autori hanno definito la situazione che stiamo vivendo simile a quella di un continuo lutto, per i vincoli e le restrizioni a cui siamo esposti, sottolineando come nel tempo del lutto la trasformazione identitaria è laboriosa e richieda riti di passaggio impegnativi e protratti nel tempo.

Il periodo che stiamo vivendo è davvero paragonabile a un lutto?

È bene sottolineare, tuttavia, come l’ “emergenza coronavirus” non possa essere paragonata ad un lutto tradizionale. Vi sono, infatti, differenze sostanziali di possibilità e temporalità.

Nello specifico, ci troviamo in un momento in cui l’azione e la nostra esistenza è vincolata e limitata; ma questi vincoli sappiamo anche che non permarranno, e vi sarà la possibilità di ritorno alla situazione originale (pre-emergenziale), fattore profondamente differente rispetto alla situazione di lutto autentico, in cui invece vi è l’impossibilità di ritorno alla situazione precedente (come esposto da Liccione nella seguente intervista).

Se volessimo descrivere la situazione attuale, è più appropriato, quindi parlare di perdita. Perdita non solo legata alla morte ma anche al distacco, alla solitudine, alla perdita di una posizione lavorativa o di un vantaggio economico.

Citando Galimberti e la sua definizione di perdita:

“Stato psicologico conseguente alla perdita di un oggetto significativo che ha fatto parte integrante dell’esistenza. La perdita può essere di un oggetto esterno, come la morte di una persona, la separazione geografica, l’abbandono di un luogo, o interno, come il chiudersi di una prospettiva, la perdita della propria immagine sociale, un fallimento personale e simili” (U. Galimberti, 1999)

Ci si rende conto che questo termine lo possiamo ritrovare quotidianamente e si richiamano nondimeno alla necessità di fronteggiare la perdita di concetti che si davano per scontati come quelli di libertà, di progresso e di benessere, ed infine di un uomo quasi invincibile (per un approfondimento sulle emozioni legate al Coronavirus si rimanda all’articolo qui).

E i lutti veri e propri invece?

Il concetto di perdita legato al lutto risulta oggi un concetto forte e difficoltoso. Il vissuto è tale poiché la modalità con cui si vive il lutto è anch’essa profondamente cambiata. Le morti sono tendenzialmente delle morti isolate e lucide perché spesso il caro è ricoverato o isolato dal resto della famiglia e vi è frequentemente la comprensione di ciò che sta accadendo. A ciò si aggiunge il frequente terribile vissuto di colpa dei familiari: per non essere stati presenti per i propri cari o per l’impossibilità di essere presenti alla fine dei loro giorni.

A questo quadro si deve tener conto poi dell’isolamento in cui lavora il personale sanitario: immagine che ha portato il pensiero comune a interpretare questo momento storico come una battaglia. Siamo tutti esclusi da questo combattimento, definita anche con la chiusura fisica dei reparti (impossibilità di visita e di contatto con il caro), in cui spesso vi è l’impossibilità di supportare il famigliare, e il personale sanitario è l’unico tramite possibile.

Qualora venga a mancare un proprio caro ci troviamo ad affrontare quello che è un lutto complicato. Il motivo di questo lutto complicato sono, ancora una volta, le differenti componenti storiche attuali, rispetto a quello che è la nostra consuetudine di interfacciarci con la morte.

Più nello specifico non è possibile, vedere e salutare il defunto (come accadeva in tempo di guerra). La mancanza del corpo da piangere genera sempre uno shock poiché non è possibile la prima fase del lutto: la negazione di ciò che sta accadendo. Viene a mancare un fattore importantissimo: la narrazione. Vi è l’impossibilità di raccontare ciò che accaduto negli ultimi attimi di vita nonché ciò che sta accadendo.

L’importanza della narrazione

La mancanza di una narrazione rende difficoltoso comprendere l’evento in sé, e quindi rendere nostra la spiegazione e la comprensione del significato dello stesso. La narrazione è fondamentale perchè ci permette di prendere consapevolezza e far nostro quel che è accaduto.

Per questo è importante, soprattutto per chi ha difficoltà ad affrontare questo momento, chiedere aiuto e supporto ad uno specialista perché l’aiuto sarà proprio nel comprendere che cosa sia successo.

La mancata comprensione di ciò che avvenuto porta una storia relazionale rotta a metà. Con il colloquio, il professionista, può aiutare a comprendere e a dare un spazio a quella narrazione e a quel colloquio in cui le parole non sono state dette.

Alla mancanza di narrazione si aggiunge poi l’impossibilità di stare accanto al proprio caro, il mancato ultimo saluto, nonché la mancanza di rituali che lo accompagnano (veglia, rosario, funerale, cremazione…). Tutta questa cornice fa sì che manchino proprio quei passaggi fondamentali che permettono al lutto di iniziare e svolgersi in modo naturale.

La mancanza di supporto sociale

Infine, ad oggi, manca la condivisione e il sostegno della rete sociale: nelle perdite in generale e nel lutto ancora di più il supporto e la  condivisione pubblica sono un aiuto nel riconoscimento e nel supporto di questi momenti così dolorosi. La mancanza del rito e del supporto sociale rendono il cordoglio per il proprio caro come contraddistinto dalla indifferenza e dal distacco.

A livello emotivo, infine, i sentimenti che più spesso accompagnano questo momento di lutto sono quelli della rabbia e del senso di colpa. Rabbia solitamente verso le istituzioni per la mancata gestione tempestiva o per la gestione ritenuta poco efficiente, oppure verso defunto se ritenuto poco responsabile nei confronti delle norme o ancora perché si è esposto al rischio. A ciò si può aggiungere le rabbia e il senso di colpa per sé stessi in quanto  veicolo.

In conclusione, la mancanza della ritualità e il senso di l’impotenza che contraddistinguono questo momento rendono difficoltosa l’elaborazione e il superamento di queste perdite.

 

Per approfondimenti sul tema: