La giornata del 10 ottobre è dedicata alla sensibilizzazione della salute mentale (Mental Health Day).
Ogni anno viene definito un tema centrale verso cui orientare la sensibilizzazione di un problema legato alla sfera psicologica. Quest’anno, vista l’emergenza legata al virus COVID-19 in cui tutt’ora siamo coinvolti, l’attenzione è stata data alla necessità di prevedere investimenti e progetti adatti per tutelare la salute mentale.
Ma perchè è importante la prevenzione psicologica?
Nel mese di gennaio è stato aggiornato il report pubblicato dal Ministero della Salute Italiano “Salute mentale. Fatti e cifre contro lo stigma“. Nelle prime pagine dell’opuscolo troviamo subito la risposta alla nostra domanda. Partendo dal concetto di “salute” con cui si intende
“uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, e non semplice assenza di malattia o di infermità” (OMS, 1984)
Per arrivare a quello di salute mentale e benessere che, citando sempre l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), si intende
“uno stato di benessere emotivo e psicologico nel quale l’individuo è in grado di sfruttare le sue capacità cognitive o emozionali, esercitare la propria funzione all’interno della società, rispondere alle esigenze quotidiane della vita di ogni giorno, stabilire relazioni soddisfacenti e mature con gli altri, partecipare costruttivamente ai mutamenti dell’ambiente, adattarsi alle condizioni esterne e ai conflitti interni”.
Appare evidente che una buona salute mentale consente agli individui di realizzarsi come persone e di affrontare e superare le sfide della vita di tutti i giorni, di rispondere ai propri bisogni e di realizzarsi a livello sociale. Al contrario un malessere psicologico influenza negativamente la persona e le sue possibilità di azione personali e/o lavorative.
Poca è ancora la sensibilità verso la corretta prevenzione psicologica poiché molti sono le attribuzioni negative (stigma) sul disagio psicologico. Lo stigma legato alla malattia mentale è poi accompagnato da pregiudizi legati alla figura dello psicologo e al percorso psicologico.
Alcuni pregiudizi e falsi miti
- “Solo i deboli possono cadere nel disagio psicologico. Lo psicologo è per i matti”
I dati del Ministero della Salute rilevano come una persona su quattro ogni anno sperimenta un disagio psicologico che dovrebbe essere affrontato con uno specialista. Tra i disturbi più diffusi vi è la depressione che colpisce 300 milioni di persone nel mondo. Scegliere di iniziare un percorso non ci rende deboli, ma consapevoli e determinati ad affrontare la difficoltà.
- “Io sono fatto così” “Nessuno può capire quello che sto vivendo”
Ognuno vive le proprie esperienze cariche di quello che è il proprio bagaglio di esperienze e di possibilità. L’incontro con il professionista spesso aiuta a mettere odine e a rendere più gestibile quello che stiamo vivendo. Il professionista non mira a “vivere” quello che sta provando la persona, quanto invece a gestire insieme la problematica. Il cambiamento è possibile, è faticoso, richiede talvolta sofferenza ma è possibile.
- “Dalla malattia mentale non si guarisce”
Cosa/chi stabilisce il confine tra malattia e salute mentale? La falsa credenza per cui la malattia mentale è una malattia incurabile implica sempre la possibilità di prevedere un decorso negativo nel percorso psicoterapico. Gli studi analizzati dal Ministero della Salute sottolineano come 1/3 delle persone ha una remissione completa delle difficoltà psicologiche riscontrare; 1/3 mantiene un livello medio di disturbo, con normale vita sociale; 1/3 vive invece con una grave disabilità, ma se supportato a livello psicologico il disagio può essere più gestibile in alcuni frangenti della vita.
- “Non ho tempo per andare dallo psicologo e il percorso è troppo lungo”
Spesso il concetto di percorso psicologico è legato alla tradizione psicoanalitica che si può ritrovare spesso in film o libri in cui il percorso è spesso protratto per molti anni e con una cadenza bi/trisettimanale. Ad oggi vi sono diversi orientamenti psicoterapici in cui la frequenza e anche la durata è molto differente (per saperne di più sul mio approccio clicca qui). Ciò che cambia tra i diversi orientamenti è l’impostazione del lavoro e la metodologia utilizzata.
Come fare a scegliere quella che meglio si adatta a noi allora? Individuato il professionista, chiedere informazioni o un colloquio iniziale conoscitivo è certamente la strategia migliore. Infine, il concetto di tempo, se si vuole investire sul proprio benessere è secondario: se avessimo molto male a qualche nostra parte del corpo non andremmo forse dal medico e accetteremmo magari una serie di terapie adatte? Il percorso di psicoterapia ha il medesimo scopo ma l’obiettivo non è la guarigione di una parte “visibile” dolente ma la nostra persona e il suo benessere.
È necessario promuovere la salute psicologica
Promuovere la salute e il benessere psicologico è il primo passo per allontanare questi pregiudizi e rendere la salute psicologica sempre più vicino a tutti noi.
Se hai dubbi su cosa voglia dire intraprendere un percorso psicologico o come si articoli il percorso di psicoterapia contattami
FONTI:
- Salute mentale. Fatti e cifre contro lo stigma. Edizione aggiornata. (2020, Gennaio)
- Piano d’azione europeo per la salute mentale (WHO e al., 2013)
- Becciu M., Colasanti A. (Ed. 2016). Prevenzione e salute mentale. Manuale di Psicologia preventiva. Milano: Franco Angeli
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