In questo periodo storico profondamente segnato dalla presenza dell’epidemia Coronavirus, si parla sempre più frequentemente delle “emozioni al tempo del Coronavirus” come un vissuto emotivo tipico. Ma cosa sono le emozioni e quali sono le più tipiche rilevate?

L’e-mozionarsi costituisce il modo attraverso il quale ognuno di noi si muove e si rapporta nei diversi contesti a confronto con gli avvenimenti della vita.

“Il fatto cioè di essere in un certo stato emotivo riguarda sempre un modo di trovarsi in una certa situazione e un modo di disporsi in relazione a quella circostanza. […] Il carattere fondamentale dell’emozionarsi consiste proprio in questa struttura per cui un modo di sentirsi si riferisce a una situazione e reciprocamente la situazione mostra la sua significatività illuminandosi secondo un modo di sentirsi” (Arciero, 1989)

Le emozioni ci servono a orientarci nel mondo, a metterci in allarme e a farci cogliere elementi di significatività, dando rilevanza e aprendo possibilità di azione ogni volta in sintonia rispetto alle nostre necessità.

All’interno della cornice storica che stiamo vivendo, le emozioni più forti che stiamo sperimentando sono ansia, rabbia e tristezza.

L’Ansia, dal latino angere significa “stringere”, e ben esprime la sensazione di disagio legata alla costrizione, imbarazzo ed incertezza. L’American Psichiatric Association (1994) la descrive come “L’anticipazione apprensiva di un pericolo o di un evento negativo futuro, accompagnata da sentimenti di disforia o da sintomi fisici di tensione. Gli elementi esposti al rischio possono appartenere sia al mondo interno che a quello esterno” (APA, 1994; cit. in: Franceschina et al., 2004, p. 213).

L’ansia e la paura hanno un valore biologico adattivo: ci permettono di reagire di fronte ai pericoli, di essere attenti e attivi e pronti alla fuga. Nel periodo storico attuale un certo grado di ansia è l’attenzione e l’attività che ci permette di rispettare la distanza di sicurezza dall’altro, di lavarci accuratamente le mani e di seguire le norme indicate nei decreti ministeriali.

Quando però l’ansia e la preoccupazione raggiungono livelli così importanti da impedirci di svolgere le nostre attività nel quotidiano, non riuscendo a concentrarci, mantenendo pensieri costantemente fissi e catastrofici sull’epidemia, potremmo soffrire di disturbo d’ansia. 

Si sottolinea inoltre, come se già in passato si è sofferto di problematiche ansiose è possibile che siano state re-acuite dalla attuale situazione e siano quindi più difficili da gestire. In questi casi potrebbe essere opportuno rivolgersi a un terapeuta che, tramite una consulenza online, possa aiutare a scindere tra sintomatologia ansiosa e “normale preoccupazione” e supportare in questo momento di difficoltà. 

Inoltre l’ansia e la visione catastrofica spingono al continuo rimugino, creando circolo vizioso in cui non si apre alcuna possibilità, ma vi è solo un’apertura negativa.

Paura e l’ansia sono vere e concrete per noi stessi e per gli altri ma, il comportamento deve essere quello prudenziale e cautelato, secondo le regole definite a livello regionale e sanitaria, mettendoci in una posizione di fiducia e facendo riferimento sempre e solo a fonti attendibili. L’emozione ansiosa sarà così si presente ma più gestibile.

Una seconda emozione forte è la rabbia verso le Istituzioni, in relazione alla tempestività di intervento e alle modalità. Questo tipo di emozione ci aiuta a dare in qualche modo la responsabilità a un altro e di gestire in nostro disagio attraverso l’altro.

L’effetto è una sorta di distrazione e di nostra deresponsabilizzazione. Questo può risultare un atteggiamento pericoloso quando ci allontana da quelle che sono le nostre responsabilità concrete a cui siamo chiamati (rispetto delle norme ad esempio) che siano azioni preventive nostre e/o nei confronti degli altri.

Infine vi è la tristezza. Questo sentimento si affianca ai vissuti di isolamento, rottura della nostra routine quotidiana, chiusura di possibilità e incertezza per il futuro. La tristezza è una emozione forte che deve essere però accettata: è un periodo storico molto preoccupante e triste, ma un modo per farvi fronte è la gestione della propria quotidianità e la progettualità concreta nel breve periodo.

Come posso fare per gestire meglio la quotidianità?

  • Mantenere una routine è un grande aiuto. Scandire il nostro tempo e la nostra quotidianità con piccole attività può riportarci al vissuto della nostra quotidianità precedente.

Nel concreto questo si declina con alzarci più o meno sempre allo stesso orario, avere pasti regolari, non trascorrere le giornate a letto in pigiama come se fossimo malati. Questo periodo non è una piccola pausa dalle nostre esistenze, come accade durante una malattia, ma è una esigenza e un capitolo della nostra vita.

  • Mantenere orari e ritmi regolari aiuta a non modificare il nostro ciclo sonno veglia; inoltre le problematiche del sonno hanno conseguenze dirette anche sul nostro umore. Mantenersi impegnati in casa con attività fisica (attraverso tutorial online e corsi online) o con hobby.

L’attività fisica ci permette di stimolare il rilascio di endorfine e di aumentare il tono dell’umore.

Questo inoltre, è il momento più adeguato per svolgere quelle attività che abbiamo sempre rimandato per esiguità di tempo come gli hobbies. Inoltre abbiamo sempre più a disposizione piattaforme per l’intrattenimento che permettono la visione di serie tv, film, ma anche concerti, documentari…anche in prova gratuita. Ricerchiamo i servizi che meglio si adattano alle nostre esigenze.

  • Fondamentale è il mantenimento inoltre delle relazioni. Noi siamo essere sociali e siamo sempre in relazione con gli altri, mantenere i contatti è fondamentale.

Manca l’aspetto più fisico, ma vi sono molte possibilità per mantenere il contatto e sentire la vicinanza dell’altro attraverso la voce e il contatto visivo: telefonate, videochiamate, messaggi vocali… . Se il contatto con l’altro diventa però eccessivamente difficoltoso per noi da sostenere (eccessivo carico emotivo), proviamo a dilazionare questi contatti nel tempo.

  • Infine altrettanto importante per gestire la situazione contingente è il mantenerci informati da fonti ufficiali solo in alcuni momenti della giornata che possiamo stabilire a seconda delle nostre esigenze.

La ricerca ossessiva di informazioni, novità o condivisione di contenuti non sempre attendibili può peggiorare la sintomatologia ansiosa e depressiva andando ad alimentare il circolo vizioso, citato in precedenza, aumentando la paura e la tristezza.

 

FONTI:

American Psychiatric Association (2013). Diagnostic and statistical manual of mental disorders (5th ed.). Washington, DC: Author.

https://www.youtube.com/watch?v=T06sx7UCnJE

http://www.salute.gov.it/portale/home.html