anziani di successoL’Italia è fra i Paesi con la più alta percentuale di anziani.

Negli ultimi cinquant’anni si è registrato un notevole miglioramento delle condizioni sociali e sanitarie e questo ha portato a un aumento significativo della vita. In Italia, secondo gli ultimi dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) pubblicati nel 2018, l’aspettativa di vita media si aggira intorno agli 82 anni.

Tale dato, a livello nazionale e mondiale, non sembra in arresto. Entro il 2050, a livello mondiale, secondo i dati dell’OMS, il 22% della popolazione sarà over 60. Dallo studio di Kingston e colleghi (2018) si apprende poi che nel 2035 vi sarà un aumento della morbilità, sottolineando come il 66% degli ultra 65enni saranno affetti da quattro o più patologie croniche. Questi dati costituiscono una sfida dal punto di vista sia sanitario sia economico e sociale.

Il progressivo allungamento della vita impone, infatti, la necessità di farsi carico, di promuovere ed assicurare agli anziani di vivere il più a lungo possibile in buona salute.

Quali sono gli accorgimenti per un invecchiamento di successo?

Al fine di creare le condizioni per poter assicurare il raggiungimento di tale obiettivo è necessario un monitoraggio delle condizioni di salute al fine di incentivare interventi puntuali per garantire agli anziani di vivere e in buona salute e una vita attiva.

La strategia fondamentale a nostra disposizione è la prevenzione e la promozione della salute.

Tale intervento si articola su più livelli:

  • clinico, con un monitoraggio delle patologie internistiche e ad andamento cronico (ipertensione, ipercolestoremia, diabete, obesità…)
  • nutrizionale, con un corretto stile di alimentazione (privilegiando ad esempio la dieta mediterranea, consumando frutta e verdura e privilegiando il consumo di pesce) (come ribadito da Stefania Maggi, intervento per Fondazione Ferrero, 2019)
  • sociale, prevenendo l’isolamento e l’emarginazione sociale (fattore importante per il mantenimento dell’attività e per contrastare il declino cognitivo)
  • comportamentale, evitando e scongiurando quelle che possono essere cattivi comportamenti come l’abuso di alcol e il fumo (fattori di rischio importanti nel decadimento cognitivo).

“FINGER-Study”

In letteratura sono moltissimi gli studi che hanno cercato e cercano di comprendere la vera incidenza di questi elementi nel tempo. Tra gli studi che hanno avuto un impatto scientifico più importante è doveroso annoverare il lavoro svolto dal gruppo di Miia Kivipelto (2013): “FINGER-Study”.

Questa ricerca effettuata in Finlandia su 2654 persone di età compresa tra i 60 e i 77 anni copre un arco temporale di 2 anni. Lo scopo dello studio era proprio verificare se attraverso un intervento multidimensionale (ovvero mantenendo monitorati stato di salute clinico e cognitivo, istruzione e informazioni corrette, dieta, astensione dal fumo e moderato uso di alcol, esercizio fisico costante, inserimento a livello sociale e man mantenimento attivo della rete sociale) vi fosse un beneficio dal punto di vista del mantenimento della salute clinica e cognitiva.

Il gruppo di soggetti partecipanti allo studio è stato suddiviso in due gruppi: il primo (sperimentale) veniva sottoposto all’intervento multidimensionale, mentre il secondo (controllo) veniva sensibilizzato a livello preventivo attraverso informazioni sull’invecchiamento di successo.

Al termine dei due anni di monitoraggio e di training, i due gruppi sono stati valutati e confrontati.

I risultati ottenuti hanno costituito un risultato incoraggiante. I soggetti del gruppo sperimentale hanno infatti mantenuto un ottimo profilo cognitivo globale, di ragionamento e di gestione di più compiti contemporaneamente (funzioni esecutive), rispetto al gruppo di controllo. Tale dato, ha poi trovato riscontro in altri importanti studi internazionali (come il MAPT nel 2017 e ancora prima il PreDIVA nel 2009), confermando e aprendo importanti e stimolanti punti di approfondimento e indagine futura.

 

Cosa possiamo concludere?

La prevenzione come suggerito dai maggiori esperiti che si occupano di invecchiamento è la chiave che, ad oggi, risulta elitaria per mantenere e contrastare il declino patologico della persona anziana.

Tale intervento prevede quindi il controllo degli indici di salute clinica che deve essere però inserito all’interno di un mantenimento di attività a livello fisico, cognitivo e sociale. Il motto “mens sana in corpore sano” non sembra così tanto lontano e obsoleto. Il nostro corpo per potersi mantenere sano e giovane deve essere mantenuto attivo e sano sia a livello clinico ma anche dal punto di vista cognitivo e sociale. L’interazione di tutte e tre le componenti risultano fondamentali. 

Su quando intraprendere questa prevenzione, infine, Miia Kivipelto ancora una volta sottolinea la necessità e l’urgenza:

“… la prevenzione è possibile, e meglio sarebbe cominciare presto” (2003)

 

Bibliografia