Chi trova un amico trova un tesoro! Questo famoso detto trova conferme scientifiche sempre più forti, anche in terza età!
La tematica è tornata di recente sotto i riflettori a seguito del periodo di lookdown e distanziamento sociale, che ha mosso non poca preoccupazione tra coloro che si interessano di salute e benessere.
La presenza dell’altro e la vicinanza a un gruppo risultano infatti fattori protettivi per un grande numero di patologie che col passare del tempo risultano più insidiose.
Tale interesse è mosso ed è vissuto come sfida e necessità al fine di garantire benessere e serenità anche nell’ultimo arco di vita. L’allungamento dell’aspettativa di vita ha aperto infatti la necessità di interrogarsi come questi aspetti siano presenti e interagiscano durante tutto l’arco della vita.
La ricerca degli ultimi dieci anni, a tal proposito, ha quindi approfondito questi aspetti e dai dati ottenuti si evince come queste componenti giochino da fattori protettivi nell’invecchiamento di successo!
Amicizia nella terza età
Già nelle ricerche multidimensionali il fattore sociale era considerato fondamentale alleato (si veda un approfondimento con la ricerca “FINGER-study”).
Dagli studi più recenti, come quello condotta da Chopik e colleghi (2017) e più recentemente confermati (ad esempio Biddle et al., 2019) si evidenza come trascorrere del tempo impegnati in attività socialmente utili produca benefici diretti e indiretti alla salute.
Umore positivo e ottimismo sono le due costanti che si ritrovano nei rapporti sociali.
I benefici connessi si richiamano alla promozione di comportamenti salutari come ad esempio smettere di fumare e la riduzione dell’uso di alcol, ma anche la maggior propensione all’allenamento fisico e a una corretta alimentazione. Si sottolinea ancora come si possa rilevare una riduzione dello lo stress psicologico e fisiologico questo dovuto al confronto sociale e alla possibilità di avere un supporto positivo. Inoltre la possibilità di un confronto sociale significativo e continuo contribuisce in modo positivo per mantenere allenata e attiva la mente, promuovendo una “stimolazione cognitiva” basata sul sociale.
Lo studio
Lo studio (Biddle et al., 2019) più recente ha analizzato i dati raccolti in 217 persone esenti da difficoltà cognitive e seguite per tre anni. Le analisi dei dati hanno sottolineato come un minore coinvolgimento sociale sia associato a un declino cognitivo più rapido negli individui con livelli più alti di amiloide (una proteina implicata nelle patologie neurodegenerative). Inoltre, indipendentemente dal livello di amiloide, prestazioni cognitive inferiori, seppur nei range di normalità, sono associate alla diminuzione dell’impegno sociale.
I ricercatori concludono affermando come le capacità cognitive e la funzione sociale debbano essere considerati processi correlati. Inoltre, il coinvolgimento sociale potrebbe essere un indicatore della vulnerabilità neurocognitiva negli anziani.
Possiamo concludere, quindi, che l’amicizia, come da detto comune, è davvero un tesoro!
Il tempo dedicato ai rapporti di amicizia, ancora di più se di qualità, rappresentano una componente importante della nostra vita, presente e futura, che permettono di aumentare il nostro benessere sia psicologico sia fisico.
Riferimenti bibliografici:
- Chopik, W. J. (2017). Associations among relational values, support, health, and well‐being across the adult lifespan. Personal relationships, 24(2), 408-422.
- Biddle, K. D., Uquillas, F. D. O., Jacobs, H. I., Zide, B., Kirn, D. R., Rentz, D. M., … & Donovan, N. J. (2019). Social Engagement and Amyloid-β-Related Cognitive Decline in Cognitively Normal Older Adults. The American Journal of Geriatric Psychiatry, 27(11), 1247-1256.
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