Di recente sia attraverso i percorsi di terapia sia attraverso il supporto ai famigliari è tronato più volte il tema dell’affettività nella terza età.
Spesso quando si parla di terza età si intende quella fase della vita dopo i 65 anni, generalmente concomitante con il ritiro lavorativo e la possibilità di diventare nonni… ma troppo spesso confuso con una decadenza della persona! Ad oggi questo preconcetto si sta lentamente modificando.
La “terza età” è una fase della vita in cui poter fare esperienze anche nuove: gli anziani di oggi, a differenza di quelli di trenta o quarant’anni fa, viaggiano, sono sportivi, sanno usare il computer e iniziano nuove relazioni affettive (per un ulteriore approfondimento si legga qui).
In questo breve articolo cercherò di definire perchè nella mia pratica clinica trovo importante parlare di sessualità e affettività nella terza età, sia con i caregiver e sia con i “non più giovani” che chiedono un supporto, inserendo alcuni riferimenti bibliografici che credo possano essere utili.
Sessualità negli anziani
La percezione comune vuole che in età avanzata si debba rinunciare all’affettività e alla vita sessuale. Piacere e sessualità, nonché il desiderio, sembrano essere solo ad appannaggio dei giovani.
Tuttavia se ci domandiamo cosa sia la salute sessuale, riprendendo la definizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, possiamo definirla come “uno stato di benessere fisico, mentale e sociale in riferimento alla sessualità” (WHO, 2015).
La sessualità è un costrutto multifattoriale che comprende l’attività sessuale, le funzioni e i comportamenti/atteggiamenti (Srinivasan et al., 2019). Secondo alcuni studi, anche negli anziani, l‘attività sessuale è un importante indicatore della qualità della vita, associata al benessere mentale e fisico, a relazioni soddisfacenti e a ridotto rischio di malattie croniche (Piette, Weill-Engerer, 2003; Allen e Desille, 2017).
È senza dubbio necessario tener conto che, il rapporto che la persona anziana ha con la sessualità e con la soddisfazione che ne deriva, sia fortemente legato al contesto e al soggetto di riferimento. La sfera sessuale nell’anziano, infatti, è, più che nelle altre età, legata a molteplici fattori:
- natura biologica, come ad esempio disfunzioni sessuali, malattie fisiche, difficoltà cognitive…
- psicosociale come avere un partner fisso, la percezione di una propria attrattiva sessuale, l’accettazione dei cambiamenti fisici, il mantenimento di una progettualità…
- culturale che possono influenzare la mia percezione del desiderio, come le credenze religiose, il contesto di vita, il livello di istruzione…
È importante sottolineare come la vita sessuale e affettiva in età avanzata, non scompaia, ma, anzi, si possa sviluppare, esprimere e modificare per mantenere e garantire un benessere psicologico, emotivo e fisico.
Anche in questa fase della vita, questa sfera, resta importante e rilevante: la persona anziana ha bisogno di continuare a sentirsi amata, percepire attenzione e affetto, nonché sentirsi soggetto e oggetto di interesse, anche sessuale.
I cambiamenti
Da performance a desiderio
Quando si parla di sessualità l’attenzione sembra unicamente concentrata in un’ottica di performance e prestazione fisica. Tuttavia, parlarne in questa chiave risulta fortemente riduttivo. È necessario ampliare il nostro riferimento, sia che si parli di anziani sia che si faccia riferimento ad altre età della vita, partendo invece dal concetto di desiderio e piacere.
Questo pone la possibilità di pensare alla vita sessuale, al di là delle limitazioni che possono incorre per motivi fisiologici, e intenderla maggiormente come “benessere sessuale”. La dimensione del desiderio, infatti, ci pone in un’ottica emotiva, affettiva e relazionale, che risulta un elemento essenziale non solo della terza età, ma di tutte le età.
È necessario quindi parlare di cultura del piacere e del desiderio, al fine di ampliare la dimensione della vita sessuale che, contrariamente a ciò che si pensa, come abbiamo già ribadito, non ha età come lo dimostrano numerose ricerche (Lindau et al, 2007; Freixas et al., 2015; Ricoy-Cano et al., 2020).
Oltre i limiti fisiologici
Tra le diverse ricerche che si sono interessate del tema, voce comune riguarda il mantenersi nel tempo dell’interesse per la sessualità, il desiderio e il piacere. Questo dato viene sottolineato e rafforzato in alcuni studi, che evidenziano come nell’anziano vi sia una maggiore serenità e libertà da impegni di carattere famigliare e pressioni lavorative che permetterebbero, contrariamente a qualunque pensiero, un maggior appagamento in questa sfera della salute (Taylor e Gosney, 2011; Fileborn et al., 2015).
Naturalmente è importante sottolineare come la comparsa di malattie o disfunzioni sia comunemente associata a calo del desiderio sia per gli uomini sia per le donne. In questa prospettiva possono presentarsi ansia, deflessione del tono dell’umore e isolamento o necessità di ritiro coniugale che possono alterare le relazioni, naturalmente anche in un’ottica sessuale.
Tuttavia non è la fragilità fisica di per sé la causa della limitazione. Più nello specifico: è importante ricordare che la salute sessuale parte da una corretta prevenzione e gestione della salute fisiologica in generale e dell’apparato sessuale. Alla base c’è l’integrità fisica, ma se questa manca non si deve escludere la sessualità. Ancora una volta si cadrebbe nell’ottica unica della performance. Sessualità non è sinonimo di genitalità, ma come già accennato, è necessario aprire alla dimensione del piacere e del desiderio.
La menopausa per le donne, l’andropausa e le disfunzioni erettili per gli uomini, non sono la fine della vita sessuale. Il cambiamento fisiologico apporta delle modifiche che possono essere indagate e sostenute da specialisti medici, in accordo con quelle che sono i propri desideri. Non solo la fisicità e, senza distinzione di genere, contribuiscono al superamento delle difficoltà appena citate, fattori interpersonali e il sentirsi sostenuti e accolti a livello sociale e famigliare (Ricoy-Cano et al., 2020).
Stabilito questo, una sessualità appagante è possibile potenzialmente a tutte le età.
Desiderio vs disinibizione
Ritengo importante fare un breve focus sulla differenza tra desiderio e disinibizione. Troppo spesso vi è la tendenza a definire come comportamento disinibito quello che invece è un desiderio del soggetto.
Vi riporto una recente telefonata intercorsa con un familiare e la sua “lettura” critica fatta alla luce della conoscenza del paziente e del contesto di vita:
“Dottoressa, il papà lo conosce, è sempre stato un po’ farfallone, adesso con la nuova badante faccio fatica a gestirlo perchè lui continua ad utilizzare i suoi modi: la chiama tesoro, amore.. e questa impazzisce. Poi è capitato che la badante rientrasse prima a casa e l’ha trovato a toccarsi.. cosa devo fare? Non è che è disinibito?”
Il bisogno e il desiderio di un soggetto, come abbiamo descritto poco fa, è fortemente influenzato da fattori psicosociali e culturali e non solo fisiologici. Il desiderio può esserci anche a 80 anni e venire manifestato con quelle che sono le possibilità che la persona ha a disposizione.
Nell’esempio che vi ho riportato il paziente ha sempre avuto un modo di fare molto “caciarone” mantenendo sempre un decoro e una giusta distanza con le diverse figure professionali. L’atteggiamento rilevato dalla badante, letto nel contesto di vita del paziente, sembra essere più una difficoltà relazionale e una rigidità dell’assistente domiciliare (data in parte dalla scarsa preparazione e importante componente culturale).
L’averlo scoperto durante un momento di intimità, in casa da solo, può essere definito un atteggiamento disinibito?
Se vi fosse stato un comportamento disinibito probabilmente l’atteggiamento sarebbe stato messo in atto in presenza della badante, senza l’inibizione di attendere che fosse uscita, oppure ancora ci sarebbero stati altri comportamenti di ricerca di vicinanza (abbracci ad esempio) o ricerca di contatto che invece non sono mai stati ricercati.
Provare desiderio e piacere in tarda età non presuppone necessariamente avere un comportamento disinibito.
La disinibizione
La disinibizione sessuale e i comportamenti sessuali inappropriati rientrano nel ventaglio di disturbi comportamentali legati a difficoltà cognitive come le demenze (tra i più comuni riscontrabile in quella di Alzheimer e nella variante fronto-temporale) e talvolta in traumi cranici.
Il comportamento, definito disinibito, deve essere non consono al contesto (toccamenti in pubblico, apprezzamenti scurrili che non sarebbero stati fatti in precedenza ad esempio…) e possono includere sia un linguaggio volgare/disinibito sia veri e propri atteggiamenti/comportamenti considerati non appropriati e/o osceni.
Sono conseguenze della patologia e del progredire della compromissione cognitiva, e non un tratto del carattere del proprio caro che è cambiato.
Va ricordato infine che un comportamento definito disinibito può anche nascondere un altro bisogno e che la gestualità che l’accompagna possa essere l’unico modo possibile di comunicare tale necessità (ad esempio togliersi gli indumenti può essere considerato una forma di esibizionismo, mentre in realtà il malato può avere caldo e sta cercando di rinfrescarsi, così come toccarsi può riflettere un bisogno di sicurezza, intimità e contatto umano…).
Il consulto con un professionista e la definizione del contesto può aiutare a gestire meglio questi aspetti.
Perché è importante parlare di benessere sessuale nella terza età
È importante fornire e approfondire una corretta cultura sessuale anche nella terza età. Come ho delineato nei paragrafi precedenti, la sessualità è multidimensionale e non si limita all’atto sessuale, ma coinvolge la sfera biologica, culturale e psicosociale. La sessualità è uno dei fattori che contribuiscono al benessere dell’individuo, ma ancora questo non sembra essere sufficientemente riconosciuto per la persona anziana.
Spesso si generano sentimenti di vergogna e senso di colpa, legati all’idea che non sia “normale” provare desideri sessuali in età avanzata. Tali vissuti sono in parte eredi dell’educazione e della cultura all’interno della quale si è cresciuti, e diventano forti inibitori nei confronti di una sana sessualità. Spesso tali credenze non consentono alla persona di potersi informare e chiedere supporto per poter rispondere a bisogni e desideri sessuali, alimentando invece false credenze relative alla sessualità nelle sue componenti fisiologiche.
Dai racconti di molti anziani emerge spesso questa insoddisfazione, che si manifesta talvolta con sintomi depressivi, disistima, e grande senso di vergogna che porta a non confrontarsi con specialisti del settore, che potrebbero aiutarli, attraverso interventi di tipo educazionale, a vivere serenamente questa nuova fase della loro vita.
Concludendo, ritengo importante sensibilizzare su questo tema del benessere perchè è un tassello importante della propria vita a qualunque età, compresa quella senile. La sessualità avvicina all’intimità. Costituisce la possibilità di maggiore vicinanza sessuale o fisica ed emotivo-relazionale, indipendentemente dalla completezza del rapporto. Abbiamo bisogno di vicinanza, affetto e fisicità qualunque sia la nostra età.
Bibliografia
- Piette F., Weill-Engerer S. (2003). Le Guide santè des seniors, Odile Jacob, Paris
- Lindau, S.T.; Schumm, L.P.; Laumann, E.O.; Levinson, W.; O’Muircheartaigh, C.A.; Waite, L.J. (2007). A study of sexuality and health among older adults in the United States. N. Engl. J. Med. 2007, 357, 762–77
- Taylor, A., & Gosney, M. A. (2011). Sexuality in older age: essential considerations for healthcare professionals. Age and Ageing, 40(5), 538-543.
- Fileborn, B.; Thorpe, R.; Hawkes, G.; Minichiello, V.; Pitts, M.; Dune, T. (2015). Sex, desire and pleasure: Considering the experiences of older Australian women. Sex. Relatsh. Ther. 30, 117–130
- Freixas, A.; Luque, B.; Reina, A. (2015). Sexuality in older Spanish women: Voices and reflections. J. Women Aging 2015, 27, 35–58
- World Health Organization. (2015). Sexual Health, Human Rights and the Law; World Health Organization: Geneva, Switzerland
- Allen, M. S., & Desille, A. E. (2017). Personality and sexuality in older adults. Psychology & Health, 32(7), 843-859.
- Srinivasan, S.; Glover, J.; Tampi, R.R.; Tampi, D.J.; Sewell, D.D. (2019) Sexuality and the Older Adult. Curr. Psychiatry Rep. 21, 97.
- Ricoy-Cano, A. J., Obrero-Gaitán, E., & Caravaca-Sánchez, F. (2020). Factors Conditioning Sexual Behavior in Older Adults: A Systematic Review of Qualitative Studies. Journal of clinical medicine, 9(6), 1716.
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